Sintesi storica di "MEMORIE DI GIVIGLIANA" (1928)

di Cella d. Pietro

Leggenda: L' origine di Givigliana sarebbe attribuita ad un bandito proveniente dalla Gaila che l'avrebbe scelta come suo rifugio.

13/03/1322

Prima citazione di Givigliana, quando Giovanni fu Teudo lasciava a suffragio della sua anima tre libbre di olio l'anno alle chiese della valle.
In quegli anni si cita un gruppo di cinque famiglie: Giovanni fu Teudo, Vecellio fu Guarniero, Romano, Vecellio fu Gussetto, Gussettino.
Givigliana era un piccolo borgo con casupole a travi di legno intrecciato situate in Val e in Frassin con qualche spiazzo di campagna, il resto era tutta boscaglia.

1348

Viene ricordato un Nicolò, pronipote d'una Guerra da Givigliana.
1397
Il governo della Carnia era esercitato dal Patriarcato sovrano della Patria del Friuli.

1471

Un certo Antonio Magarete partecipò alla battaglia di Lepanto contro i Turchi. Potrebbe essere il capostipite dei De Antonis di Givigliana.

1480

Il paese litigava con Collina per il possesso della montagna di Chiamput, con Rigolato per la località Clevos.
A quei tempi arrivò in paese la famiglia Fontana proveniente da Sappada che diede il nome al prato della Fontana. Non esistono documenti sulla comparsa della famiglia Gortana, certamente proveniva dalla Val di Gorto.
Le prime abitazioni sorsero presso la sorgiva dell'acqua (casa di Pocon).
Un graduale disboscamento verso Chiampridoulon e Autemos aprì nuove chiazze di campagna.

1600

Il paese contava circa una dozzina di famiglie.
Il capo del paese era il Meriga che era assistito dai giurati. Il Meriga era scelto a turno fra tutte le famiglie.
Givigliana amministrava da sé i suoi beni. Gli affari più importanti si deliberavano nella Vicinia del paese che era l'adunanza di tutti i capi famiglia.
Prima della costruzione della chiesa le poche famiglie si raccoglievano a recitare le preghiere presso una ancoretta in località Miol.

1637

Un certo Vito Thieut, venditore ambulante in Germania, alla sua morte lasciò per testamento un capitale per costruire la chiesa che per sua volontà fu dedicata a S. Vito e S. Pietro. Per decidere dove costruirla gli uomini fecero uscire dalle stalle tutti i buoi scegliendo poi il luogo di costruzione dove il primo bue fosse rientrato nella stalla. Fu individuato il luogo dove tutt'oggi si trova la chiesa.

24/08/1638

Benedizione della chiesa.
Ad amministrare le rendite della chiesa fu costituita una Confraternita che prese il nome di S. Pietro.

1639-1739

Si diffuse l'emigrazione come rivenditori ambulanti per la Carinzia, per la Stiria, per il Tirolo e in generale per la Germania. Vendevano droghe, medicinali, immaginette, corone, stoffe e un po' di tutto ricavandone buoni guadagni. La via dei Kromers era Val di Croce, la Furchita, la Gran Forca, quindi alla fontana dei Kromers e di lì a Monte Croce. Quelli che restavano a casa facevano i contadini e un po' ogni mestiere.

1693

Si ricorda un mulino in località Pis Fontana.
Il bosco fu una parte continua di risorse per le povere famiglie che liberamente lo sfruttavano per la costruzione delle case , delle stalle e per altre necessità,

1736

In seguito ad una ennesima lite per i confini il paese si accordò per fare una divisione generale in parti uguali fra tutte le venti famiglie.

12/08/1760

Erano passati più di cento anni che la chiesa era sorta e la officiava come poteva il curato di Rigolato. Occorreva il sacerdote. Fu appunto allora che venne istituita la Mansioneria con contratto irrevocabile di rendita perpetua al mansionario.

1764

Il primo mansionario eletto Pre Giacomo Gortana, con l'impegno dell'insegnamento scolastico, iniziò la scuola del paese. Per qualche tempo (1769) il mansionario godette della rendita di un capitale formato da emigranti in Germania, ma per gravi negligenze dopo il 1829 si perdette ogni traccia.

1760-1790

Comparvero nuove famiglie: Della Martina, Zanier, Faleschini.

1800

Givigliana contava 24 fuochi compresi i forestieri, 115 abitanti. Pesanti erano gli aggravi: le famiglie erano obbligate a pagare: il parroco, il cooperatore, il nonzolo di Rigolato, il mansionario e il nonzolo del paese, il mantenimento del ponte sul Degano, la macina, le seghe, il pastore che conduceva le mandrie al pascolo per tutta la comunità (non si tenevano più i buoi). Purtroppo anche le nuove famiglie dovevano assoggettarsi a questi gravami pur non beneficiando della divisione del bosco né della partecipazione alle Vicinie.

21/08/1801

Si scatenò un forte temporale che parve schiantare il paese. A quei tempi Givigliana fu soggetta anche a due incendi. Si dice che il voto della processione al Cristo di Timau abbia origine da questi eventi, pare invece che fosse antecedente ai fatti.

1810

Sotto l'impero napoleonico fu cambiato tutto l'ordinamento civile. Furono aboliti i Meringa di Villa e i Giurati e in loro luogo furono eletti i Deputati comunali. Fu tolto ogni valore alle Vicinie e dopo quella del 1827 se ne perdette anche il nome. Givigliana conservò comunque il suo bilancio separato.

1813

Givigliana contrubuì, a fianco dell'Austria, alla guerra contro Napoleone.

1820

La Confraternita perdette ogni funzione.

1823
La Mansioneria del paese passò sotto la tutela dell'amministrazione del Comune di Rigolato. Risulterà una maggiore regolarità nei pagamenti.

03/01/1827

Nella Vicinia di quella data, a seguito di una disposizione imperiale dell'Austria che dichiarava tutti i cittadini dell'Impero uguali ovunque trasportassero il loro domicilio, vennero aboliti i privilegi e aggregate nuove famiglie: Della Martina Pietro, Della Martina Osvaldo, Ceccon Pietro, Faleschini Giovanni, Faleschini Valentino, Marin Giacomo, Agostinis Giobatta, Gracco Pietro, Schwander Leonardo, Osvaldo Agnese, Zanier Pietro, Caterina e Elisabetta Macilot, Pinzan Nicolò.

1834

Il I.R. Governo Austriaco istituì la scuola pubblica che vagò per molto tempo dalla casa di Denel alla canonica ad altre case.

1847
Fino a quella data la canonica di Givigliana era sempre la vecchia casa di Gortana Giacomo. In fondo al paese, nella casa Marins, abitavano le sorelle Lucia e Maddalena Gortana che lasciarono per testamento tramutato successivamente in permuta, alla Mansioneria di Givigliana una casa che poi divenne la nuova canonica.

1850
Verso la metà dell'ottocento i vecchi mestieri erano scomparsi e per lungo tempo ci fu crisi di lavoro, il paese si impoverì costringendo diverse famiglie a vendere i preziosi carati del bosco. Molti uomini reagirono cambiando mestiere, si trasformarono in muratori, tagliapietre, falegnami, abili boscaioli, emigrando in Austria , Germania, Romania, Argentina e un po' dovunque. Per molti anni ci fu una gara per lavorare a cottimo e diversi di loro lasciarono la vita. Questa situazione di eccessivo lavoro sviluppò negli operai una presa di coscienza dello sfruttamento che subivano. Con le rimesse degli emigranti il paese si trasformò: scomparvero le vecchie case di travi in legno intrecciato con tetto di paglia o scandole e sorsero nuove case intonacate, più igieniche e più sane.

1877
Sorse un piccolo cimitero in paese ponendo fine agli interminabili funerali fino a Rigolato.

1900

La latteria turnaria funzionò prima in case private poi nel piano sotterraneo della scuola.

1906
Fu costruito un locale per la scuola ma venne abbandonato. Nel 1910 fu costruita la seconda scuola di Givigliana con l'insegnamento fino alla quarta classe elementare.

1914
Il nuovo acquedotto privato fu costruito in società.
Fu istituito un circolo di cultura di ispirazione socialista; per due volte fu sciolto, l'ultima volta nel 1926 e il capitale diviso fra i soci.

06/06/1915

Allo scoppio della prima guerra mondiale Givigliana venne a trovarsi entro la linea di fuoco. La popolazione dovette sgomberare il paese e disperdersi desolata e piangendo con il bestiame giù per Rigolato, Comeglians, Ovaro; a metà luglio potè rientrare in villa. Per due anni Givigliana fu bivacco di guerra. La popolazione valida del paese fu tutta requisita per i lavori militari salvo quella necessaria per la casa e la montagna. Ogni giorno anche con bufere di neve colonne di uomini, di donne e perfino fanciulli risalivano il Crostis con viveri, legna, granate.

APRILE 1917

Il paese ebbe delle spaccature di terreno che fece temere una profonda frana.

28/10/1917

Verso mezzanotte cominciò a transitare la colonna dei soldati italiani che discendevano in ritirata dai monti.

03/11/1917

Una pattuglia di tedeschi arrivò in paese in perlustrazione iniziando la perquisizione nelle case, furono requisite anche le campane

Marzo 1918

A guerra terminata, per la penuria di viveri; durò per tutta l'estate la migrazione in carovane di uomini e donne in cerca di grano per il Friuli in cambio di denaro, vestiario, burro e formaggio.

1920
Le nuove campane furono collocate su una armatura di legno a fianco della chiesa; il baraccamento di legno, a forza di suonare, fu sconnesso. Con la pubblica raccolta si pagò un'immagine sacra della Madonna Addolorata opera dello scultore De Meta di Val Gardena.

1921

Riprese l'emigrazione in varie nazioni, il paese era ritornato tranquillo anche se le donne, in assenza degli uomini,dovevano sottoporsi a lavori pesantissimi.
Fu rifatta quasi a nuovo la canonica a titolo di riparazione danni di guerra e con le sovvenzioni del Comune fu migliorata in quegli anni anche la chiesa

Storia recente


1939
Il paese fu sconvolto dalle vicende della seconda guerra mondiale.

1943
Muore Di Qual Giacomo detto Jacum di Dati o Jacum dei Crists, pittore ,scultore, decoratore .

08/10/1944 - 28/04/1945

Invasione dell'armata cosacca in tutta la Carnia. L'invasione non fu indolore. Nacquero le prime formazioni partigiane in contrapposizione agli occupanti. Ancora una volta i paesani furono costretti a scendere in pianura per cercare beni primari di sostentamento che spesso venivano requisiti al ritorno dalle truppe di occupazione.

1945

Fine della seconda guerra mondiale. A liberazione avvenuta, il paese provato da sacrifici, dovette affrontare una nuova ondata di emigrazione.

1951

Costruzione dell'attuale Campanile.
Contestualmente alla rinascita della nazione iniziò la trasformazione dell'economia da agricola ad industriale ed anche Givigliana ne fu coinvolta. I paesani attratti dal miraggio del "miracolo economico" abbandonarono anno dopo anno la residenza in paese per affrontare la nuova avventura del posto fisso da qualche parte del Friuli.

1975

Fondazione del Grop Coral Gjviano, il coro conosciuto ed apprezzato ovunque che ancor oggi tiene vivo il nome del paese.

2000

Si contano otto residenti, non esiste più un posto di ritrovo, un bar, un prete ( l'ultimo fu Domenico Cimiotti-1985 ) una scuola.