La
Carnia
Spunti
fotografici
STORIA
LA
VALLE DEL BUT
LA
VALCALDA
LA
VAL TAGLIAMENTO
LA
VAL PESARINA
LA
VAL LUMIEI
LA
VAL DEGANO
LA
VALLE DEL CHIARSO
LA SETTE
VALLI DELLA CARNIA
La Carnia,
dicono, assomiglia ad una grande mano il cui palmo è costituito
dalla valle solcata dal lento scorrere del Tagliamento e le dita
sono rappresentate dalle vallate scavate dai suoi affluenti. In
Val Tagliamento si trovano il capoluogo, Tolmezzo, e la conosciuta
stazione turistica di Forni di Sopra, dominata dalle vette delle
Dolomiti FriuIane. La Val Lumiei porta all'incantevole borgo di
Sauris, il più alto comune del Friuli, affacciato su un
profondo lago, mentre la Val Degano, dopo Forni Avoltri, (capitale
italiana del Biathlon), conduce in Cadore. La Val Pesarina è
un'incanto dì natura, con il caratteristico paese di Prato
Carnico, e la Valle del But il regno del benessere, grazie alla
località termale di Arta Terme, delle arrampicate e del
fondo, che hanno in Paluzza il "campo base ideale".
La Valcalda, con Ravascletto, è la patria della gastronomia
più tradizionale e, grazie ai suoi impianti di risalita
che conducono sulla cima dello Zoncolan, è il maggior polo
turistico invernale. La valle del Chiarsò con la bellissima
conca di Paularo, uno dei paesi più antichi ed importanti
della Carnia.
La Carnia,
regione alpina del Friuli, comprende il bacino del Tagliamento,
con i suoi affluenti Degano (Valle di Gorto), But (Canale di San
Pietro), ingrossata a sinistra dal Chiarsò (Canale d'Incaroio),
Fella (Canale del Ferro); confina a nord con la catena spartiacque
delle Alpi Carniche.
Sembra fosse abitata già nell'età del bronzo, intorno
al duemila avanti Cristo; lo fu sicuramente dai Carni, donde il
nome, genti di origine celtica che riuscirono per cinque secoli
a tener testa alle legioni romane e solo nel 115 avanti Cristo
furono sottomesse dal Console M. Emilio Scauro. Sotto Augusto
avvenne una vasta ribellione che fu domata a fatica, tanto che
l'Imperatore fece portare via dalla Carnia molti giovani che traslocò
nella laguna veneta dove, poi, sorse Venezia. Sommersa dalle invasioni
barbariche, nel 1420 passò a far parte della Repubblica
di Venezia con la quale divise le sorti sino al 1797, quando fu
ceduta da Napoleone all'Austria per effetto del trattato di Campoformido
che segnò la scomparsa della millenaria Repubblica Serenissima.
Tornò all'Italia dopo 69 anni, nel 1866, in seguito alla
terza guerra per l'indipendenza nazionale.
La denominazione Carnia, come territorio distinto dal restante
Friuli, si trova per la prima volta in un documento del 762.
Caratteristico il dialetto, lo stesso dell'intero Friuli, ma con
cadenze e con accenti tipici della cultura carnica; una lingua
vera e propria, ricchissima di radici e desinenze latine, che
ebbe anche poeti di vaglia.
Costretti da sempre ad emigrare in tutte le parti del mondo, dove
sono ovunque apprezzati per la loro laboriosità e la loro
serietà, i carnici restano sempre legati alle civilissime
tradizioni della loro gente, alla casa avita, al "fogolar",
ai loro antichi usi e costumi, alle allegre villote e ai bei canti
che bene esprimono indole e sentimenti di un popolo animato da
un concetto quasi religioso della vita e della famiglia.
Le delizie
della Valle del But erano conosciute ed apprezzate fin dal tempo
dei Romani. Qui, infatti, si trovava allora Iulium Carnicum, la
"capitale" romana della Carnia, e da qui passava la
Via lulia Augusta, la lunga strada imperiale che da Aquileia portava
al Norico. Da allora sono passati quasi due millenni, ma le rigeneranti
acque delle Terme di Arta, le cui portentose proprietà
terapeutiche erano ben conosciute dalle matrone romane, continuano
a rappresentare un'attrattiva per chi vuole rimettersi in forma.
Ad Arta Terme ci si ferma anche per gustare gli ottimi piatti
della gastronomia carnica, preparati con abilità dai cuochi
dei suoi rinomati ristoranti e per dedicare un pò di tempo
a sè e alla cura del proprio corpo, fra la piscina e la
palestra, la sauna, l'idromassaggio, il reparto di estetica delle
Terme. Poco prima di arrivare ad Arta, merita una sosta Zuglio,
l'antica Iulium Carnicum, dove si possono visitare il Foro, la
zona archeologica (la più importante della Carnia), il
bellissimo Museo archeologico dove sono custoditi reperti provenienti
anche da altre aree, la Pieve di San Pietro, che domina la vallata.
Continuando verso Nord, ecco Paluzza (il paese natale della campionessa
olimpionica Manuela Di Centa), quella che è ormai diventata
la capitale friulana dello sci da fondo, dismesso l'abito invernale,
d'estate si anima
con una serie di belle iniziative e di feste ed è il punto
di partenza ideale per escursioni di varia difficoltà,
dalla facile passeggiata fino a Torre Moscarda (baluardo medioevale
costruito a difesa della valle, che ora ospita un museo ed è
circondato da un piccolo orto botanico), agli itinerari più
lunghi ed impegnativi che, superata Timau,
portano alla scoperta delle trincee della Prima Guerra Mondiale,
che venne combattuta fra queste montagne. Paluzza ha origini antiche.
fondata come baluardo contro le invasioni provenienti d'oltre
confine, domina ancora oggi la strada che, attraverso il passo
di Monte Croce Carnico, a una quindicina di chilometri, porta
in Austria. Qui, tra l'altro, si trova l'unica caserma italiana
intitolata a una donna, la portatrice carnica Maria Plozner MentiI,
morta in guerra, Maria era una di quelle eroiche donne che nel
corso della Prima Guerra Mondiale, a rischio della loro vita,
tenevano i collegamenti con le trincee, portando di nascosto ai
soldati non solo viveri, ma anche munizioni. Lungo la strada che
sale verso il passo di Monte Croce Carnico, un'ultima curiosità:
tre iscrizioni romane incise nella roccia, risalenti al Il e III
secolo d.C., ci ricordano ancora che da qui passava la Via Iulia
Augusta.
Verdissima,
con grandi prati e pinete e un microclima particolarmente mite
a cui deve il suo nome, la Valcalda è posta trasversalmente
tra la Val Degano e la Valle del Bùt, di cui costituisce
il naturale collegamento. La strada più comune per arrivarci
è quella che sale da Sutrio, ma molto bella dai punto di
vista paesaggistico è anche l'altra, che s' inerpica da
Comeglians, in VaI Degano, passando per il caratteristico abitato
di Povolaro, le cui case hanno ancora oggi i tetti coperti con
le antiche tegole smaltate di verde. Sutrio è uno dei più
incantevoli borghi della Carnia ed è famosa per la lavorazione
del legno, un genere di artigianato a cui da secoli si dedicano
i suoi abitanti: ancor oggi si possono acquistare nelle botteghe
del paese mobili intagliati seguendo antichi decori, oggetti in
legno per la casa, statue e bassorilievi. Una sosta, quindi per
un divertente shopping all'insegna dell'artigianato, magari per
acquistare un pezzo di pregio in uno dei rinomati mobilifici del
paese: se poi volete vedere all'opera gli artigiani di Sutrio,
non lasciatevi scappare" Magia del legno", tradizionale
festa del primo week-end di settembre, nel corso della quale viene
anche allestito un caratteristico mercatino. Imboccata la strada
della Valcalda, che porta a Ravascletto, vale la pena fare una
deviazione verso Cercivento, per visitare la Farie di Checo, un'antica
fucina di fabbro che, pur risalendo al '400, è rimasta
in attività fino ai 1966. La fucina è oggi perfettamente
funzionante. Vi si possono vedere in funzione i vecchi meccanismi
idraulici e seguire le fasi della lavorazione del ferro, illustrate
da pannelli didattici, ma soprattutto dall'esposizione degli antichi
strumenti di lavoro e dei vari oggetti che vi venivano prodotti.
Più sopra, la vallata si apre nell'incantevole conca di
Ravascletto, rinomata località di villeggiatura sia estiva
che invernale: di fronte al paese, ecco lo Zoncolan, a 1700 m
d'altezza, diventato negli ultimi anni uno dei poli sciistici
meglio attrezzati del Friuli, dove anche d'estate si può
salire in funivia.
Dai bagni
nelle azzurre acque del lago di Cavazzo alle splendide escursioni
nel Parco Regionale delle Dolomiti Friulane, la Val Tagliamento
("cuore" della Carnia) propone mille punti per trascorrere
una divertente e rilassante vacanza all'insegna dello sport, dell'arte,
della gastronomia. Punto di partenza Tolmezzo (da sempre principale
centro politico ed economico della Carnia), a cui si arriva comodamente
uscendo al casello Carnia dell'Autostrada A 23 Udine-Tarvisio,
la vallata è tutta da scoprire, seguendo a ritroso il corso
del Tagliamento. Cosa vi troverete? Innanzitutto paesi dalla caratteristica
architettura di montagna dove non e' raro scovare preziosi tesori
d'arte e storia, come gli scavi archeologici di Invillino, i preziosi
cicli di affreschi quattrocenteschi di Gianfrancesco da Tolmezzo,
le pievi medievali dall'inconfondibile architettura (precedute
da un portico e sormontate da un piccolo Campanile), edifici che
per la loro unicità sono stati dichiarati monumenti nazionali,
come la chiesetta di San Martino a Socchieve decorata nel '400
e la chiesetta di San Floriano a Forni di Sopra, abbellita fra
l'altro da un prezioso polittico quattrocentesco del Bellunello.
Un consiglio: per andare alla scoperta di questi tesori di arte,
consultate la piccola guida (con tanto di piantina) distribuita
gratuitanente negli uffici dell'Azienda di Promozione Turistica.
Arte, ma non solo: in VaI Tagliamento gli escursionisti hanno
di che sbizzarrirsi fra tranquille passeggiate in fitte foreste
o arrampicate lungo sentieri che portano in alto, fra i rifugi,
i bikers trovano divertenti itinerari ben mappati (ad iniziare
da quello di Enemonzo), i buongustai si possono deliziare assaggiando
nei caratteristici ristoranti i tradizionali piatti della cucina
carnica ed acquistando i più genuini prodotti locali, ad
iniziare dagli ottimi formaggi di malga...
Qualche spunto: a Illegio si può visitare il Mulin dal
Flec, un antico mulino del '600 perfettamente funzionante, dove
è possibile assistere alla macina del granoturco (Per visite,
tel. 0433/41004), sul Col Santino, sopra Villa Santina, sono da
vedere gli scavi di insediamenti preistorici fra i più
antichi della Carnia e sul vicino Col di Zuca (antichissimo luogo
di sepoltura.), i resti di una chiesa paleocristiana del V sec.
d.C. con un bel pavimento a mosaico, Enemonzo merita una sosta
per visitare la pieve dei Santi Ilario e Taziano (una delle più
antiche della Carnia) e per rifornirvi di ottimi formaggi al Caseificio
VaI Tagliamento (aperto anche la domenica mattina), dove si possono
trovare anche molti altri prodotti tipici (dai mieli alle erbe
aromatiche), contrassegnati dal marchio "Carnia Antiche Tradizioni".
Ancora da vedere: le tracce lasciate dai dinosauri nei dintorni
di Preone, la Mostra dell'artigianato carnico (che si svolge fra
luglio ed agosto a Socchieve), Ampezzo (una delle mete "storiche"
del turismo carnico) con i suoi antichi palazzi e la sua folta
foresta. Man mano si sale verso Forni di Sotto la valle acquista
i tipici connotati dell'alta montagna, anche se l'altitudine non
supera i 1000 m. incoronata dalle stupende cime delle Dolomiti
Orientali, la conca di Forni di Sopra è, dalla primavera
all'autunno, un tripudio di erbe e di fiori, che ne fanno una
delle aree botaniche più interessanti d'Europa. Qui si
trova la parte orientale del Parco Naturale delle Dolomiti Friulane,
uno dei più vasti dell'arco alpino e dei più ricchi
di animali selvatici, che tutela circa 37 mila ettari di boschi
e vette delle Prealpi Orientali, delimitati dai corsi del Tagliamento
e del Piave.
La Vai Pesarina
è un mondo a sè, verdissimo di boschi e prati, con
antichi paesi dalle inconfondibili architetture, sovrastati dalle
pareti rocciose delle Dolomiti Pesarine, che al tramonto si tingono
di rosa. Le sue case sono veramente uniche:alte e strette, hanno
il tetto molto inclinato, ricoperto di tegole di legno. Architetture
uniche, inserite in un paesaggio eccezionale, dove si possono
fare escursioni fra le più belle dell'intero arco alpino.
Meta tradizionale e il rifugio Fratelli De Gasperi, punto di partenza
per arrampicate sulle Dolomiti Pesarine, accanto al quale si trova
il Giardino Botanico del Clap Grant, dove sono raccolte circa
200 specie di piante di montagna, da quelle più comuni
a quelle protette, sempre più difficili da vedere altrove.
Passeggiate meno impegnative conducono a malghe fra i pascoli
in quota (che d'estate offrono ai turisti cibi genuini e la possibilità
di acquistare burri e formaggi) ed in altri luoghi incantevoli,
come, ad esempio gli Stavoli Orias, una quindicina di antiche
baite ormai disabitate, sormontate dalle cime dolomitiche della
Creta Forata e del Monte Pleros, famosa per gli orologi che vi
si producevano fin dal '600, la valle porta, dopo Pradibosco,
in Cadore. Prato Carnico e le sue frazioni conservano veri capolavori
d'arte, come il flugelaltar (elaboratissimo altare dorato a sportelli)
eseguito nel 1534 da Michele Parth di Brunico per la Parrocchiale,
gli affreschi cinquecenteschi della chiesa di San Leonardo ad
Osais, i ricchi altari rinascimentali delle chiese di Sant'Osvaldo
ad Avausa e di San Gottardo a Sostasio. A Sostasio, fra l'altro,
si può vedere in funzione il Mulin di Italo, i cui ingranaggi,
perfettamente funzionanti, sono mossi dalle acque. Pesariis è
uno dei paesi più caratteristici della Camia, con le sue
tipiche costruzioni in pietra che riflettono un passato di grande
agiatezza. Piccoli palazzi, più che case di montagna, come
ci si aspetterebbe da un borgo cosi sperduto: tutto merito degli
orologi, che vi venivano prodotti fin dal Settecento e che erano
venduti in tutta europa. Il palazzo più bello é
la seicentesca Casa della Pesa, con la corte delimitata su tre
lati da grandi arcate profilate di pietra. Curioso e l'orologio
in pietra incastonato sulla facciata di palazzo Bruseschi, col
ciclo di minuti, ore, giorni e mesi. Da visitare sono Casa Bruseschi,
con i suoi arredi settecenteschi, e il Museo dell'orologeria pesarina.
Impervia,
con scorci spettacolari, la Vai Lumiei sale da Ampezzo seguendo
il canyon scavato dal torrente che le dà il nome e si apre
inaspettata sulla splendida conca di Sauris, dominata dalle cime
dolomitiche del Bivera, del Tinisa, del Pura, del Morgenleit.
Mentre la parte bassa della valle è tutta rocce e forre,
la parte alta è una delle zone più ariose e spettacolari.
Fittissirni boschi, distese di prati ricchi di decine di specie
di erbe aromatiche e officinali, cime dolomitiche, pascoli costellali
di malghe dove d'estate vengono portale le mandrie, un grande
lago fanno da corona a Sauris, l'unico paese della vallata, dalle
caratteristiche case in pietra e legno, un luogo ideale per chi
vuole passare le sue vacanze a contatto con la natura, nella più
assoluta tranquillità. Il nome di Sauris è indissolubilmente
legato a quello del suo squisito prosciutto crudo, dall'inconfondibile
sapore, dolce leggermente affumicato, che ancor oggi viene prodotto
seguendo le antiche tecniche di lavorazione
Percorrere
la Val Degano è un pò come fare un viaggio a ritroso
nel tempo: passaggio naturale fra il Friuli e il Cornelico, le
sue alture, fin dall'epoca preromana, erano fortificate, a difesa
della strada che collegava la pianura friulana con il Nord e,
col passare dei secoli, il suo fondovalle si popolò di
paesi dove si commerciava e si teneva mercato. Molte tracce di
questo passato si leggono ancor oggi nei numerosi reperti archeologici
riportati alla luce nel corso di scavi, nei palazzotti signorili
dagli eleganti portali in pietra. Cosa vedere? I reperti archeologici
conservati nella Pieve di Santa Maria di Gorto, ad esempio, oppure
gli affreschi medievali della chiesetta dì San Nicolò
di Comeglians, e, per venire alla storia più recente, le
trincee e i camminamenti della Prima guerra mondiale sopra Forni
Avoltri. Per i golosi, merita una tappa Raveo, patria dei biscotti
cardenici per eccellenza, gli "Esse di Raveo": una visita
meritano anche le "tombe dei pagans" a Lauco. Ovaro
(con le caratteristiche frazioni di Muina, Corva, Agrons, Cella)
è il centro principale della bassa valle. Più sopra,
ecco Mione (con la curiosa Casa dalle cento finestre), Comeglians,
Rigolato (tranquilla località di villeggiatura) e Fornì
Avoltri dominata dalla cima più alta delle Alpi Carniche,
quella del Coglians, è il regno della roccia e delle escursioni
in alta montagna (e d'inverno la capitale italiana del biathlon).
LA
VALLE DEL CHIARSO'
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Cascate, boschi, scavi archeologici, piccoli borghi di montagna
e un paese-città, Paularo. Dove? Nella suggestiva Valle
del Chiarsò, dominata dalle imponenti cime dolomitiche
dei monti Sernio, Tersadia e Zermula, la prima ad essere stata
abitata fra queste montagne. Nella parte settentrionale della
valle, infatti, tra Cason di Lanza e Valdolce, gli archeologi
hanno riportato alla luce le più antiche testimonianze
di insediamenti di popolazioni preistoriche in Carnia, risalenti
a oltre 40 mila anni fa, quando l'uomo di Neandertal si rifugiò,
dalle pianure, sulle montagne. Laterale della Valle del But, il
Canale d'Incaroìo termina al confine con l'Austria, che
pero' non è attraversato da nessuna strada rotabile; molte
invece sono le escursioni che si possono fare a piedi fino in
Carinzia, pernottando magari al Rifugio Fabiani, oppure in confortevoli
agriturismo, dove si possono anche assaggiare i gustosi piatti
della cucina tradizionale carnica. Vero paradiso per i naturalisti,
la valle riserva angoli di rara bellezza, come la spettacolare
Forra de Las Callas, solcata dallo spumeggiante torrente Chiarsò,
le romantiche cascate di Chiaulis e di Salino, i Piani di Lanza
costellati di acquitrini e torbiere e ricchi di fossili. Paularo,
il secondo comune della Carnia dopo Tolmezzo, è una sorta
di cittadina fra i monti, piacevole località di villeggiatura
estiva con un antico centro storico caratterizzato da eleganti
costruzioni in stile carnico con ampi loggiati. La fortuna del
paese risale al '500, quando la Repubblica Veneta iniziò
ad utilizzare il legno dei suoi boschi per costruire le navi della
sua flotta. Di quel prospero periodo sono ancora testimonianza
i ricchi addobbi delle chiese del paese e i suoi eleganti palazzi
privati, a iniziare da palazzo Calice Screm, un complesso architettonico
con caratteristiche logge sovrapposte, articolato in più
edifici, considerato il prototipo della casa carnica. Al '700
risale invece il palazzo Linussio Fabiani, dimora della famiglia
di Jacopo Linussio, che diede vita nel '700 ad una delle maggiori
manifatture tessili d'Europa. Da visitare anche Villa Calice Valesio
a Villa Mezzo, i cui antichi arredi sono giunti pressochè
intatti fino a noi. Non lasciate Paularo senza aver fatto una
puntata alla Mozartina, singolare raccolta di strumenti musicali
tutti da suonare.
Per finire,
nella conca tolmezzina, alla base delle valli della Carnia. si
trova Amaro, appena fuori dall'autostrada A23; Cavazzo Carnico,
sul lago dei tre comuni; Verzegnis, dove merita una visita il
Parco dell'Arte Contemporanea Mondiale voluto dal collezionista
Egidio Marzona.
Marina
Tagliaferri
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